L'organizzazione dell'industria sovietica: le vendite
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Continuiamo il viaggio alla scoperta del contesto sociale ed economico in cui si sviluppò l'industria degli orologi russi.
In questa pagina vediamo perché l'industria orologiera sovietica, sapeva produrre, ma non sapeva vendere.
I canali di vendita di epoca sovietica
Lo status sociale, il Mashpriborintorg, i Berjozka
La gestione dei canali di vendita degli orologi russi, non era demandata alle aziende produttrici, ma ad altre organizzazioni dello Stato, che gestivano canali di vendita diversi, a seconda del cittadino a cui si rivolgevano o della tipologia di merce venduta.
In epoca sovietica, per comprare un bene di consumo, non bastava averne i denari o meglio; i fattori in gioco erano anche altri.
L'accesso ai beni di consumo, infatti, dipendeva:
- dal proprio stato sociale, che era dato dal lavoro, cioè dalla mansione e dall'azienda per cui si lavorava. In epoca sovietica infatti molte aziende mettevano a disposizione dei propri dipendenti "negozi", in cui c'era una diversa scelta di beni di consumo, nonché strutture per l'istruzione e la sanità.
Ecco che lo status sociale di elite (prima fra tutti, la burocrazia statale, di partito ed i militari), dava un accesso prioritario ai beni di consumo; case, automobili, televisori, elettrodomenistici... ed anche orologi.
La distribuzione dei beni di consumi poteva avvenire con diversi canali, più o meno direttamente riconducibili allo Stato:
- spacci aziendali, in cui potevano acquistare solo i dipendenti; in negozi di questo tipo, proprietà del Ministero della Difesa se la storia che si narra è vera, erano venduti i заказ мо ссср (3aka3 mo cccp)
- negozi riservati a funzionari pubblici, la cui esistenza era mal sopportata dalla cittadinanza
- i Berjozka, catene commerciali in cui si poteva acquistare solo con valuta straniera. I Vneshposyltorg erano analoghi, ma per corrispondenza.
- negozi di distribuzione statali. Questi ultimi erano diversamente approvigionati a seconda della loro ubicazioni; in generale le grandi città, come Mosca e Leningrado, erano rifornite meglio. Alcuni aspetti di vita quotidiana, con le code davanti ai negozi, sono stati anche illustrati nel film La casa Russia, ma vi saranno confermati da chiunque sia vissuto in Unione Sovietica. Prossimamente pubblicherò delle testimonianze.
Il possesso di valuta straniera permetteva nei Berjozka di comprare, avendone il denaro, qualunque bene, saltando ogni tempo di attesa come invece accadeva per i comuni canali di approvigionamento, in cui il cittadino doveva affrontare lunghe code.
La valuta estera poteva essere in legale possesso di chi aveva lavorato all'estero o dei turisti.
La valuta estera poteva essere in legale possesso di chi aveva lavorato all'estero o dei turisti.
Tutto questo, si riflette sui cataloghi di vendita.
I cataloghi di vendita possono essere principalmente di due tipi:
- cataloghi di beni di consumo del Vneshposyltorg (Vnešposyltorg) che riportano beni acquistabili dai cittadini russi, solo in valuta estera (o con equivalenti buoni) quindi ad una piccola percentuale di cittadini
- cataloghi di vendita per il commercio estero (di cui si occupava il Mashpriborintorg): erano i beni di produzione sovietica che erano acquistabili nel mondo
Sotto: foto di una pubblicità da un catalogo Mashpriborintorg, da qui; foto del bancone di un negozio statale, di una coda fuori da un negozio, di una gigantografia di Lenin (di Burt Glinn), da EnglishRussia
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Contesto storico/economico in URSS/Russia
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